Il volto nascosto di Dante

Il volto nascosto di Dante

Por Massimo Desideri

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Sinopsis

Difficile trovare al mondo un autore che, pi ù di Dante, abbia suscitato ammirazione, interesse e suggestioni, e per di pi ù in personalit à artistiche o comuni delle pi ù diverse origini e appartenenti ai tempi pi ù lontani fra loro. L ’attenzione degli studiosi e del pubblico si concentra specialmente sull ’opera sua pi ù grande, che da sempre fornisce spunti e suggestioni, certo non esauriti né esauribili per adesso. Si pu ò dire che, fin dalla prima diffusione della Commedia, ha preso avvio e non s ’ è mai interrotto fino ad oggi un incessante lavoro di studio, di approfondimento e di interpretazione, evidentemente suscitato dallo straordinario impianto, artistico e spirituale, del viaggio ultraterreno immaginato dalla mente del Poeta. Un ’opera polisema non significa, per ò, che sia o debba necessariamente essere un ’opera ambigua, se non altro perché dovrebbe risultare chiaro e inequivocabile il suo messaggio, almeno nell ’intento di Dante, a chi possieda la giusta dose di conoscenze per decodificarlo. Tuttavia, è per altri versi inevitabile che, laddove il suo significato non sia immediatamente scoperto perché il suo autore l ’ha volutamente velato, gli interpreti finiscano per avere opinioni diverse circa la sua interpretazione. Naturalmente, è scontato dirlo ma non inutile ricordarlo, avendo cura di attenersi a chiavi di lettura e a spiegazioni plausibili: perché, trascurando solidi appigli rispetto all ’opera stessa, il rischio è sempre quello dell ’arbitrio e della lettura eccessivamente personalistica o "mistificante ". Una delle figure chiave della Commedia, ma, ancor prima, della Vita Nuova e, nonostante lo sembri di meno, anche del Convivio, è quella di Beatrice, strumento interpretativo indispensabile del messaggio dantesco: di questa, che molti studiosi intendono donna vera, o di questa "Cosa ", come molti altri la giudicano, e cio è pura forma allegorico-simbolica, esclusivo "altro da sé ", una miriade di esegeti sparsi per il mondo ha fornito, nel corso del tempo, chiavi di lettura diverse, riducibili, per ò, sostanzialmente a due grandi gruppi. Chi, pur non negandone il valore simbolico o il "mascheramento " da parte di Dante, ne presuppone in ogni caso l ’esistenza storicanella fattispecie con l ’identificarla in Bice di Folco Portinari -, e chi, invece, afferma si tratti solo di una pura astrazione metaforica, né pi ù né meno affiancabile, anche se di pi ù complessa costruzione, alle figure femminili cantate dagli altri poeti del cosiddetto circolo stilnovistico-esoterico dei Fedeli d ’Amore. All ’interno di questi due ampi schieramenti c ’ è una grande variet à di posizioni, di cui cercher ò di fornire solo le linee portanti significative, per non ridurre il lavoro che propongo a una semplice quanto sterile elencazione di opinioni. Perci ò, alle interpretazioni "esoteriche " di Beatrice e dell ’opera dantesca in genere, se non sar à riservato uno spazio informativo esclusivo, gliene sar à assicurato uno adeguato e il pi ù possibile esauriente, almeno utile a farsi di quelle interpretazioni un ’idea corretta: anche perché, pure altre figure di donna (Matelda, Piccarda) assumono nella Commedia un ruolo rilevante in ambito di magistero di fede, di sicuro sorprendente - e meritevole di indagini pi ù accurate - se si considera la riduttiva opinione nei confronti dell ’universo femminile tipica dell ’et à medioevale.

Massimo Desideri