No V.I.A.

No V.I.A.

Por Giuseppe Di Tommaso

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Sinopsis

Potenza (festa di San Gerardo) Isolati in cerca d’amore, due giovani studenti vengono aggrediti da un branco. Violentano lei e massacrano di botte lui uccidendolo. Matera (festa della Madonna della Bruna) Paolo sta tornando a casa dopo aver festeggiato con i suoi amici. In un vicolo del centro storico, viene pugnalato durante una colluttazione. Dopo una lunga agonia, muore dissanguato. Parco della Grancia (La storia bandita) Dopo aver assistito al cine-spettacolo che ripropone la vita del brigante lucano Carmine Crocco, Vincenzo e Chiara vengono speronati da un SUV che li fa precipitare in un burrone. L’impatto al suolo è mortale. Basilicata e dintorni Mauro è un ingegnerie ambientale. Dopo la morte del padre, decide di tornare in Basilicata per far compagnia alla madre rimasta ormai da sola. La sua ragazza Jessica, milanese doc, fa fatica ad ambientarsi a Viggiano, paese della Val d’Agri, dove la SOPEP, una società dedita all’estrazione di petrolio, dispensa posti di lavoro e royalties in cambio del silenzio. Roberto, amico d’infanzia di Mauro, eletto consigliere regionale grazie all’appoggio del padre, lo raccomanda alla E.R.A (Ente Regionale per l‘Ambiente) per un posto di lavoro che ottiene senza alcuna fatica. Una moria di carpe, verificatasi nel lago del Pertusillo, scatena l’ira di Gianfranco, presidente della LAAB (Lega Autonoma Ambientale di Basilicata) che da anni si batte contro la Sopep, colpevole a suo avviso di disastro ambientale e fautrice della scomparsa di un misterioso fascicolo denominato NO V.I.A. Un groviglio febbrile di episodi, di personaggi, magnificamente descritti da Giuseppe Di Tommaso che sembrano prima allontanarsi per poi improvvisamente riavvicinarsi. Un thriller ad alta tensione, teso come una corda di violino, fino a spingersi alla crudele verità celata dietro compromessi, tangenti, tradimenti perpetrati da uomini senza scrupoli. La Basilicata è al centro del romanzo, così poetica nelle sue tradizioni, bucolica nei suoi paesaggi, amorevole nel cuore buono della sua gente, ma anche depressa per l’uso improprio delle sue risorse defraudate senza ritegno. Un’opera prima eccezionale, dove la lirica cede il posto alla suspense, sostenuta da un ritmo cadenzato, e dove la bramosia di rileggerlo da capo contagerà il lettore.

Giuseppe Di Tommaso