Sinopsis
Il filosofo Zygmunt Bauman ha detto che "i confini dividono lo spazio; ma non sono pure e semplici barriere. Sono anche interfacce tra i luoghi che separano ".
Il confine settentrionale italiano non fa eccezione in questo senso. & Egrave; linea di separazione ma allo stesso tempo è sempre stato luogo di passaggio, di incontro-scontro tra uomini, lingue, culture e tradizioni. Allo stesso tempo si presenta come un confine duplice per storia e realt à attuale, diviso, come è sempre stato e come è ancora, tra due mondi, quello della Confederazione elvetica e quello dell ’Austria nelle sue diverse forme.
Inoltre, lo studio del confine settentrionale italiano obbliga a confrontarsi con due ordini di problemi: l ’esistenza, o meno, delle frontiere naturali, poiché le Alpi per secoli pi ù che separare unirono le popolazioni di montagna in quanto luoghi di incontro, scambio, comunicazione; e l ’esistenza, questa indubbia, di frontiere linguistiche che hanno inciso anche nel processo di costruzione degli Stati e nella quotidianit à di queste aree culturali.
In questo libro Roberto Roveda e Michele Pellegrini provano a indagare le peculiarit à del confine settentrionale, partendo dalla sua storia pi ù antica fino ad arrivare ai giorni nostri, e cercando di mettere in risalto il processo di formazione della linea di confine, le sue trasformazioni ma anche le sue caratteristiche durature nel tempo.