Amavo (una volta) un comunista

Amavo (una volta) un comunista

Por Antiniska Pozzi

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Sinopsis

[ & hellip;]quando leggo Antiniska Pozzi [ & hellip;], da dove vive e scrive lei, che & laquo;adesso oggi qui/ non c ’ è pi ù nulla & raquo;, io non raccolgo soltanto lo spasmo della denuncia o il rigurgito della rassegnazione ma anche, e soprattutto, l ’invito a cercare conferme di resti, di resistenze. & lsquo;Perché ’ - parafrasando uno dei tanti versi-mantra che snocciolano la saggezza singola e collettiva di questi testi, scuotendo mente e coscienza di chi li legge - & lsquo;qualcosa che non finisce deve esserci ’. Mi piace allora pensare a questa silloge come a una preziosa, indispensabile testimonianza. Una testimonianza che ha diversi protagonisti: persone che & laquo;non scapparono/ abbastanza lontano & raquo; dal loro posto e dal loro destino in quella che il poeta irlandese Seamus Heaney ha definito & laquo;la musica di ci ò che accade & raquo;, diventando icone di famiglia, specchi di una societ à e di un tempo, modelli oltre quella societ à e quel tempo, simboli di valori e di comportamenti, ricordi e rimpianti. Uno di questi protagonisti arriviamo a conoscerlo bene in queste poesie, quasi fossimo stati suoi compagni di vita e d ’avventura: è il padre dell ’autrice ( "lo amavo e poi è morto "), la cui vita si è sfogliata come manuale di un ’identit à e di un ’ideologia incarnate persino nelle fattezze corporali. I suoi baffi sono la fotografia di un mondo e di un modo di pensarlo e di viverlo. dalla prefazione di Marco Sonzogni

Antiniska Pozzi