Vita del pitocco

Vita del pitocco

Por FRANCISCO DE QUEVEDO

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Sinopsis

Vita del Pitocco di Francisco de Quevedo - Francisco de Quevedo Villegas (Madrid, 14 settembre 1580 – Villanueva de los Infantes, 8 settembre 1645) è stato uno scrittore e poeta spagnolo. Tra le opere in prosa spiccano il romanzo picaresco "La vida del Buscón" noto anche con il titolo "La Historia de la vida del Buscón llamado Don Pablos" (Vita del Pitocco, oppure La storia della vita del pitocco chiamato Don Paolo: scritta verso il 1603 e pubblicata nel 1626) che, nellarco tracciato da quella particolare letteratura, raggiunge lestremo limite della rappresentazione cruda e grottesca dellumana miseria. Tra le peculiarità del romanzo, emersero la freschezza, la brillantezza della trama e dei contenuti, ispirati anche dalle esperienze giovanili studentesche dellautore, il gusto grottesco, la caricaturizzazione dei personaggi, la nota sarcastica profonda e intensa, lo stile asciutto e distaccato, impreziosito da una lunga serie di doppi e tripli sensi, metafore, iperboli e di giochi di parole, il linguaggio popolare preso dal mondo dei disperati e dei delinquenti. In questo lavoro, impregnato di unatmosfera cupa e negativa, venne riflesso lo stato danimo, fondamentalmente pessimista con tendenze alla disperazione di Quevedo. Da sottolineare le pungenti e amare satire, come quella sugli ebrei, sul teatro, sulle condizioni e gli stati psicologici dei nobili impoveriti, e in generale sulla società a lui contemporanea, descritta come un insieme, per lo più, di arrivisti, vanitosi, furfanti, parassiti. Uno dei principali motivi morali dellopera è quello di evidenziare i pregi della vita libera del vagabondo mascalzone, ma nello stesso tempo di criticare anche le intenzioni adolescienziali di Paolo, il suo desiderio di diventare un signore, allo scopo di migliorare il proprio tenore di vita e la propria classe sociale, perché questa aspirazione, per Quevedo, rischia di destabilizzare lordine sociale e perciò Paolo viene umiliato ed è costretto solamente a essere un furfante e un vagabondo.

FRANCISCO DE QUEVEDO